Sadist
Above The Light (1993, Nosferatu)
Un brillante capitolo Italiano, un Death tecnico da Genova in cui il polistrumentista Tommy Talamanca concede anche bei momenti alle tastiere. I Sadist approfondiranno il frangente tecnico negli anni
a seguire, votandosi al Progressive Metal.
Voto: 76/100
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Necrophagist
Epitaph (2004, Relapse)
Death Metal tecnico portato all'esasperazione, concitatissimo, tutta farina del sacco dell'unico membro fisso: il funambolico Muhammed Suicmez a chitarra e voce. Una band dalla formazione instabile,
che successivamente si scioglierà.
Voto: 77/100
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Dismember
Like An Ever Flowing Stream (1991, Nuclear Blast)
Grande esordio per uno dei dischi di Death svedese per eccellenza, scena affermatasi a partire dal caratteristico "buzzsaw sound" di chitarra che diventerà marchio di fabbrica scandinavo. Violento e
misantropico.
Voto: 79/100
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Entombed
Left Hand Path (1990, Earache)
Qui nasce il Death Metal svedese. Un disco notturno, nichilista, diviso tra veloci sfuriate di gusto Grindcore e passaggi lenti su cui, di lì a pochi anni, la band si concentrerà dando vita al
sottogenere del Death 'n' Roll.
Voto: 82/100
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Cynic
Focus (1993, Roadrunner)
Il disco più open minded di questa classifica, un Death molto intelligente con armonie che arrivano a sfiorare la Fusion. La voce ha coraggiosi inserti di Vocoder, per via di danni alle corde vocali
del cantante che dovette cedere i growl a un turnista. Molto audace, a cavallo
con il Progressive Metal.
Voto: 85/100
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Atheist
Unquestionable Presence (1991, Active)
Il momento più alto - tecnicamente e compositivamente - del filone tecnico del Death Metal.
Testi maturi e passaggi degni dello shredding, in una ricerca che nel disco successivo arriverà a sfiorare pure la Fusion più etnica. Metallo pe(n)sante!
Voto: 87/100
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Carcass
Necroticism: Descanting The Insalobrious (1991, Earache)
Senza ricorrere al filone tecnico, questo disco riesce a ergersi al podio del Death Metal nel senso più puro: merito di un gran tiro e di un suggestivo, insano gusto per i ferri da chirurgo e le
viscere. Una band che ha saputo
volare alto in almeno tre sottogeneri del Metal estremo.
Voto: 88/100
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Death
Symbolic (1995, Roadrunner)
Disco immenso, pur con l'imbarazzo della scelta di una band che vanta capolavori lungo quasi tutta la discografia. La caratura dei Death è tale che, non a caso, spesso è recepita anche oltre i
confini del genere. Questo disco è vetta sia nel riff-writing che nelle
tematiche, esistenziali e filosofiche.
Voto: 92/100
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