Andy Cale & The Selfish Cales
Andy Cale & The Selfish Cales 

Jazz '50s

10

Charlie Parker & Dizzy Gillespie
Bird & Diz (1952, Mercury Records)
Bebop

Un album manifesto di un' epoca, che affonda le sue radici negli anni quaranta. Un corso "accelleratissimo" della rivoluzione Bebop attraverso i suoi due pesi massimi: Charlie Parker al Sassofono e Dizzy Gillespie.
Sonorità, tuttavia, invecchiate non al meglio.

Voto: 68/100

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9

Bud Powell
The Amazing Bud Powell (1952, Blue Note)
Stride Piano / Bebop

Una raccolta con cui conoscere, qualche decennio dopo, l'opulenza tecnica dello stride piano: il virtuoso sottogenere pianistico di cui Bud Powell rimane uno dei più rappresentativi eredi.

Voto: 77
/100

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8

Kenny Dorham
Afro-Cuban (195, Blue Note)
Hard Bop / Afro-Cuban Jazz

Nato nel Bebop, il trombettista Kenny Dorham propone qui un affascinante viaggio nella Salsa Cubana, attraverso la nuova corrente dell'Hard Bop. Un gusto che si rivelerà cosmopolita anche in future pubblicazioni.

Voto: 79
/100


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7

Art Blakey & The Jazz Messengers
Moanin' (1959, Blue Note)
Hard Bop

Un collettivo - di cui il batterista Art Blakey è capitano - che lanciò le carriere di moltissimi astri del Jazz, e una discografia che rappresenta il più saldo riferimento di tutta la scena Hard Bop.

Voto: 82
/100

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6

Miles Davis
'Round About Midnight 
(1957, Columbia)
Hard Bop


Il leggendario trombettista, nel suo primo album firmato Columbia Records inizia a farsi conoscere dal grande pubblico, andando oltre i confini della scena. Un disco intimista e malinconico, con gran spazio a 

improvvisazione e con primi sentori modali.

Voto: 83
/100

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5

Horace Silver
Blowin' The Blues Away 
(1959, Blue Note)
Hard Bop


Co-fondatore dei Jazz Messengers, Horace Silver si avvia successivamente a una brillante carriera solista consacrando il suo caratteristico stile pianistico, un Hard Bop croccante e dallo spiccato Groove.

Voto: 83
/100

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4

The Dave Brubeck Quartet
Time Out 
(1959, Columbia)
Cool Jazz


Uno dei dischi più iconici della storia del Jazz, perfetto connubio tra caratura tecnica e "easy listening" che rende questo disco perfetto per chi alle prime armi con il genere. Composizioni brillanti, con raffinati giochi di
tempi e gran dualismo Piano/Sax.

Voto: 85
/100

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3

Duke Ellington
Ellington Uptown 
(1953, Columbia)
Big Band


Con l'avvento del formato 33 Giri, questo album ci permette di assaporare tutta la potenza di fuoco di una big band di venti elementi. Duke Ellington, è il massimo rappresentante di queste sonorità,
in una lezione che va oltre i confini del Jazz.
Produzione eccellente considerando gli oltre settant'anni!

 

Voto: 87/100

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2

Thelonious Monk
Brilliant Corners 
(1957, Riverside)
Hard Bop


Di formazione Strider, Thelonious Monk è stato poi di cruciale importanza per le nuove consapevolezze armoniche e modali a cui andrà incontro il Jazz negli anni '60. Lui però lo faceva a sentimento, innato e senza
schemi, e questo disco a formato band ci permette di
assaporare i suoi personalissimi accenti e dissonanze.


Voto: 90/100

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1

Charles Mingus
Mingus Ah Uhm 
(1959, Columbia)
Post-Bop


Una delle più grandi menti del Jazz tutto,  contrabbassista (eccellente) in grado di trascendere il proprio strumento con un senso dell'orchestrazione
sopraffino. In questo album Mingus rende tributo alle 

sue molteplici radici musicali, una visione ad ampio
spettro che getta le basi del post-bop.


Voto: 93/100

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