Andy Cale & The Selfish Cales
Andy Cale & The Selfish Cales 

Post Punk Revival

10

Kaiser Chiefs
Employment

(2005, B-Unique)

Esordio croccante per i Kaiser Chiefs, trainato da due singoli super catchy e seguendo le orme dei Franz Ferdinand per stile e immagine. Purtroppo rimarrà l'unico album degno di nota nella loro discografia.

Voto: 67/100

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9

We Are Scientists
With Love And Squalor

(2005, Virgin)

Il rilancio di una band prima incastrata nell'underground, che con questo secondo album si rifà immagine e sound calcando il lato più Pop del genere. Brani sbarazzini e catchy, di larghe intese: un' operazione sì spiccatamente commerciale, ma di onesto gusto compositivo.

Voto: 67/100

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8

Arctic Monkeys
Favourite Worst Nightmare

(2007, Domino)

Dal liceo ai festival più prestigiosi tramite Myspace. In questa incredibile storia d'altri tempi, gli Arctic Monkeys del secondo album si fanno meno Garage e più consapevoli negli arrangiamenti. Più rilevanti per la storia dell'internet che per il genere, ma in quest'album
c'è comunque tutto quello di cui si ha bisogno.

Voto: 69/100

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7

Kasabian
Kasabian

(2004, Paradise)

Originale esordio che eredita influenze Madchester e Alternative Dance, un disco notturno che ridimensiona le chitarre in favore di sintetizzatori e mellotron. Scorcio originale di quell'epoca, per la gioia di innumerevoli Dj Set.

Voto: 72/100

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6

Arcade Fire
Funeral

(2004, Merge)

Una band che ha costruito la sua fama partendo dai circoli artistici, con un chamber pop raffinato e malinconico. Molti strumenti non convenzionali per uno dei dischi più stratificati della scena, ahimè invecchiato così così per via di molti tentativi (goffi)
di imitazione a seguire.

Voto: 75/100

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5

The Horrors
Primary Colours

(2009, XL)

Dopo gli esordi ammiccanti allo Psychobilly, gli Horrors si reinventano con un capitolo a cavallo tra neo-psichedelia e shoegaze mantenendo un bel spirito tastieristico di fondo. Eccellente produzione 
che rende l'ascolto (e le idee contenute) ancora molto attuali.


Voto: 77/100

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4

Interpol
Turn On The Bright Lights

(2002, Matador)

Il versante più dark, che qui pesca non troppo velatamente da Joy Division e Echo & The Bunnymen. Osannati dalla critica nelle loro atmosfere solitarie e suburbane, si giocano al massimo soprattutto la prima metà della tracklist.

Voto: 80/100

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3

Idles
Joy As An Act Of Resistance.

(2018, Partisan)

La più grande rivelazione della terza ondata di Post Punk, quella di fine anni '10; un disco aspro e ruvido che strizza l'occhio anche al Post-Hardcore, con una spiccata sensibilità per il sociale. Una storia di quelle che rincuorano: il successo arrivato a più di 35 anni di

età media.

Voto: 85/100

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2

The Strokes
First Impressions Of Earth

(2006, RCA)

Nei pionieri del Post Punk Revival, questo terzo album è il più "Television" di tutti. La formula degli Strokes è allo stato dell'arte: riff-writing canterino, comparto ritmico dritto e mix asciutto. A loro sono debitori in moltissimi nella scena.

Voto: 85/100

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1

Franz Ferdinand
Franz Ferdinand

(2004, Domino)

Il più iconico, il più memorabile: un disco che da solo è in grado di racchiudere lo spirito di un decennio. Riff divertenti e squadrati, cantato old-fashioned e un groove che ha scatenato chissà quanti DJ set ancor oggi con hit come "Take Me Out" o "Tell Her Tonight".
Per tutti gli anni duemila voleranno alto.

Voto: 87/100

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